ORIGINALI E COPIE

 

Appena la passione per l'antiquariato ci prende, il primo dubbio che ci poniamo e' quello relativo al riconoscimento dei pezzi autentici da quelli falsi.
La prima cosa da fare e' esaminare completamente l'oggetto al fine di verificare se la sua destinazione iniziale e' stata mutata. In sostanza si tratta di verificare se ad esempio ad una vecchia panca di chiesa sia stata tolto l'inginocchiatoio posteriore, o se da una porta sia stato ricavato un tavolo. In tali casi non puo' parlarsi di pezzo "originale" in quanto e' esso e' stato trasformato.
Per quanto invece concerne i veri e propri falsi occorre dire che spesso ci vuole un occhio particolarmente esperto per riconoscere l'autentico dal falso.
Un piccolo aiuto ci puo' venire dalla presenza di tarli nel mobile, anche se tutti abbiamo sentito parlare della mitica leggenda dell'impallinazione dei mobili cioe' sparare con un fucile da caccia verso un mobile provoca sulla sua superficie una "rosa" di fori simile a quella provocata dai tarli.
Per mezzo di una lente di ingrandimento e un piccolo pezzo di fil ferro possiamo essere in grado di smascherare il falso. Infatti il pallino (o altro mezzo similare tipo i chiodini) lascia delle evidenti tracce e cioe' delle piccole bruciature e comunque il foro si presenta dritto mentre i tarli scavano delle gallerie pertanto non sono mai dritte.
Inoltre ci sono dei punti del mobile in cui il forellino puo' esser stato provocato solo da un tarlo (es. uno spigolo).
Anche la patina dell'oggetto in esame si puo' rivelare decisamente utile al fine di verificare l'autenticita' di un dato oggetto di antiquariato.
Per patina si intende generalmente quella particolare conformazione che assume la superficie di un determinato oggetto attraverso il tempo provocata dalla fusione degli agenti atmosferici che ne hanno alterato la colorazione, congiuntamente alle sovrapposizioni di polveri e sostanze di manutenzione. Naturalmente bisogna non confondere la patina con la sporcizia.
Un'altro elemento da prendere in esame sono le viti e i chiodi, a tal proposito la prima considerazione da fare e' che le viti non si usarono fino a circa il 1675, dopo tale data e fino a meta' ottocento le viti venivano fatte a mano.
La vite fatta a mano non presenta quasi mai una tacca perfettamente centrata sulla testa della vite, si restringe pochissimo ed ha una spirale molto meno profonda rispetto ad una vite fatta a macchina.
I chiodi furono fatti a mano fino a verso la fine del settecento, pertanto questi risultano imprecisi rispetto a quelli fatti a macchina.